lunedì 27 maggio 2013

Tradizioni e cultura siciliana


Cosa si pensa quando si parla della Sicilia? Calore, allegria e sole. Queste sono le principali caratteristiche di quest’isola meravigliosa. Il calore degli abitanti molto ospitali e che suscitano il sorriso nei turisti perché con la loro spontaneità e la pronunciata gestualità, sanno farsi voler bene da tutti. L’allegria durante le feste locali nei vari comuni della Sicilia, che sono un’infinità, sono una delle maggiori attrattive per i viaggiatori e coloro che amano divertirsi. E il sole, il sole caldo anche d’inverno, le spiagge molto visitate d’estate, e il piacevole clima mite che permette di fare escursioni e gite anche d’inverno.

 I dialetti

I dialetti parlati in Sicilia sono tantissimi e pieni di sfaccettature nei quartieri delle singole città. Tutti parlano il dialetto senza vergogna in quanto è una lingua a tutti gli effetti, con una storia e una grammatica propria. Sono diverse le matrici del dialetto siculo: indoeuropea e mediterranea (calancuni onda impetuosa di fiume); greca con la dominazione bizantina (tuppiare bussare alla porta); araba con la venuta dei Saraceni (mischinu poverino); franco-normanna con Ruggero I la sicilia tornò ad essere cristiana (quasetti calze); gallica, influenza lombarda (orbu cieco); iberica con la venuta degli spagnoli (sgarrari sbagliare).

 La cucina
Cassata siciliana - immagine ricettedisicilia.net
Cassata siciliana

Come si può notare dalla situazione linguistica siamo un mix di tradizioni e culture ma non solo in
questo campo, ma anche in cucina. Le specialità siciliane che piacciono a tutti a grandi e piccini. Il simbolo della sicilia è la cassata, un pan di Spagna farcito di ricotta zuccherata, circondata da pasta reale e decorata con frutta candita. I cannoli, una cialda fritta ripiena di ricotta zuccherata. Un alternativa al gelato è la granita, molto diffusa in sicilia, tritato di ghiaccio con sciroppi alla frutta. Mentre per quando riguarda il salato, lo street food siciliano per eccellenza: panelle (frittelle di farina di ceci), crocchè (crocchette fritte di patate lessate), sfincione (una specie di pizza a doppio strato pieno di cipolla), panino con la milza (milza e polmone di vitello), e stigghiole (budella di agnello arrostite).

 La letteratura

È piena di scrittori illustri la Sicilia. Tutto comincia con la Scuola Siciliana alla corte di Federico II, dove si sviluppo il primo volgare. Tra i più illustri ci sono: Giacomo da Lentini, inventore del sonetto; Luigi Pirandello con il suo premio Nobel per la letteratura; Luigi Capuana e Giovanni Verga entrambi veristi; Salvatore Quasimodo altro premio Nobel; Giuseppe Tomasi di Lampedusa, conosciutissimo per il suo romanzo storico “Il Gattopardo”, e molti altri autori.
Giacomo da Lentini

giovedì 16 maggio 2013

Don Luigi Sturzo

Cerimonia pubblica in Campidoglio in occasione degli ottanta anni di Don Luigi Sturzo


Ricoprì vari ruoli come quello del politico, sociologo, sacerdote, insegnante in seminario, sindaco della sua Caltagirone (Ct). A Caltagirone fonda un comitato diocesano delle associazioni di operai, di agricoltori e di studenti, una cassa rurale e una società di mutuo soccorso per artigiani, dando ad essi voce con il giornale da lui fondato e diretto, “La Voce di Costantino”. Laureato in filosofia e teologia, nel 1919 fondò il Partito Popolare del quale fu segretario fino al 1923. Contrario al fascismo, fu esule a Londra e negli Stati Uniti. Ritorna in Italia nel 1946 e riprende la sua battaglia per la libertà attraverso i giornali. Nel 1952 ottiene la nomina di senatore a vita. La sua opera si basa su una seria conoscenza economica giuridica e rara conoscenza dell’amministrazione burocratica dello stato liberale.

mercoledì 8 maggio 2013

Un'isola al centro del mondo


Un'Isola al centro del mondo ''Il sesto giorno, Iddio, compì la sua opera e lieto d'aver creato tanto bello, prese la terra tra le mani e la baciò. Là, dove lui posò le labbra, è la SICILIA centro del mondo.''





 La posizione centrale della Sicilia nel Mediterraneo ha assunto valori diversi nelle varie epoche storiche. La Sicilia era parsa quasi l'ombelico del mondo nell'età classica.Questo ruolo l’ha avuto per secoli. L’ha avuto sin dalla preistoria perché è geograficamente al centro dei traffici, delle migrazioni e dei conflitti. L’ha avuto nell’antichità perchè preda ambita di conquistatori più ambiziosi e più forti che presto sono però diventati “siciliani” e dalla Sicilia e con la Sicilia hanno perseguito l’ulteriore loro sviluppo. Lo ha perso con Roma, di cui divenne provincia. Lo ha riconquistato in pieno con gli Arabi, i Normanni e gli Svevi: La Sicilia emirato, regno, impero. Quattrocentodiciannove anni di grandezza e di esempio per i popoli, centro e protagonista del Mediterraneo e dell’Europa, terra di sviluppo e immigrazione dal sud e dal nord, dall’est e dall’ovest. Lo ha perso, per ora, con la crisi profonda del Mediterraneo, lo spostamento dei traffici sull’Atlantico, la logica dei blocchi e della guerra fredda, la globalizzazione. La Sicilia, ormai da secoli, dal 1250, anno della morte di Federico Imperatore, viene trascinata dove gli altri la portano: col sistema imperiale spagnolo, con altri grandi e piccoli dominatori, con l’Italia, con l’Occidente, con l’Europa, con la superpotenza americana. Chi ha relegato la Sicilia al ruolo di marginalità ed emarginazione vuole e fa in modo che i Siciliani stessi dimentichino la propria storia e perdano la propria lingua e cultura. E pensare che la Sicilia è stata un originale laboratorio di cooperazione fra popoli e culture. Che tutte le civiltà appena citate sono state in Sicilia, che l'hanno profondamente segnata, che il carattere attuale dei Siciliani è frutto di questa straordinaria cooperazione. La Sicilia è stata ed è rimasta, insomma, una realtà unica ed ha acquisito una cultura che le permette, soprattutto in questo periodo, di lanciare un messaggio a tutti i popoli del Mediterraneo (Tunisia, Egitto, Libia, ecc.) che sono alla ricerca della democrazia e libertà.