venerdì 19 aprile 2013

Luigi Pirandello ad Agrigento

Luigi Pirandello
Agrigento ha dato i natali allo straordinario drammaturgo, poeta e scrittore italiano Luigi Pirandello. Per ripercorrere la vita del Maestro non si può perdere l’occasione di visitare la Casa natale, il Teatro e la Biblioteca a lui dedicati.

Casa Luigi Pirandello
 La Casa in cui nacque lo scrittore nel 1867 sorge a pochi chilometri dalla città, in una contrada di campagna detta “Caos”. Fra querce ed ulivi, a strapiombo sul mare, si ritrovano i luoghi del grande maestro. Qui la famiglia Pirandello si rifugiò ai tempi del colera nel 1867. La costruzione è del Settecento ed è stata ristrutturata dopo la seconda guerra mondiale. Nel 1949 è diventata monumento nazionale. Successivamente la Regione Sicilia ha restaurato la Casa e la via che conduce al pino sotto il quale è conservata l’urna dello scrittore. Oggi all’interno si possono ammirare fotografie, recensioni, prime edizioni delle opere, quadri d’autore e locandine teatrali. In più, nella casa si organizzano mostre dedicate allo scrittore.

giovedì 18 aprile 2013

La Riserva naturale dello Zingaro

Riserva dello Zingaro (Scopello)
La Riserva Naturale dello Zingaro è la prima Riserva della regione Sicilia ad essere affidata all’Azienda Regionale Foreste Demaniali.

 Questa meravigliosa riserva si estende lungo la costa occidentale del Golfo di Castellammare che si apre nel Tirreno. La maggior parte di questa riserva ricade nel comune di San Vito lo Capo e in minor parte in quello di Castellammare e all’interno è possibile visitare, oltre le bellezze naturali, anche un Museo Naturalistico, il Museo delle Attività Marinare e il Museo della Civiltà Contadina. La superficie totale di questa riserva è pari a 1650 ettari che si estendono per 7 chilometri di costa caratterizzata da numerose calette e falesie che si buttano ripide nel mare.
 La struttura del territorio di questa riserva è il risultato del sapiente lavoro della natura e dell’uomo che fino a prima dell’istituzione ne aveva coltivato ogni piccolo tratto. Questa riserva incanta per la sua bellezza fatta di colori intensi presenti in ogni stagione, calette bianche che contrastano con il mare azzurro e il verde della macchia mediterranea. Le calette sembrano delle piccole nicchie scavate sulle muraglie dolomitiche e tra le più importanti abbiamo: Cala della Capreria, Cala del Varo, Calo della Disa o Zingaro, Cala Beretta, Cala Marinella, Cala Torre dell’Uzzo e Tonnarella dell’Uzzo. In questa riserva anche il mare ricopre importanza fondamentale con i suoi cunicoli e grotte sommerse di enorme importanza e fascino come la Grotta del Colombaccio, Grotta della Corvina, Grotta della Craperia, Grotta della Mustia e Grotta della Ficarella. Ovviamente in questo tratto di mare è stato vietato introdurre fucili, canne da pesca e qualsiasi strumento di cattura. Per ciò che concerne la flora in questi posti è possibile ammirare specie molto comuni della macchia mediterranea ma anche altre di enorme interesse: Limonio, perpetuino, garofanino, fiordaliso di Sicilia, Brassica bivoniana, Helichrysum pendulum, finocchiella, cavolo selvaggio, erba perla, vilucchio turco e il rarissimo limonio di Todaro, più diffuse la gariga a palma nana. Molti tratti sono dominati dalla prateria con barboncino mediterraneo e disa. Lungo le pendici settentrionali del Monte Passo si può ammirare una plurisecolare pianta di edera. Delle piccole aree sono lasciate all’agricoltura. , inoltre vivono in questi posti il falco pellegrino, la coturnice di Sicilia, la poiana, il gheppio, il barAnche la fauna è ugualmente ricca e vanto della riserva è l’aquila Bonelli.
Riserva dello Zingaro

 La Riserva presenta due ingressi, uno da Scopello (ingresso principale, più attrezzato dal punto di vista ricettivo) e uno da San Vito Lo Capo.

martedì 16 aprile 2013

Val di Noto



Escursione nell'Età Barocca 

 Val di Noto, nella parte sud della Sicilia, comprende otto capolavori in stile barocco: Caltagirone, Militello in Val di Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa, Catania e Scicli. Le province di appartenenza sono tre: Catania, Siracusa e Ragusa. Nel 2002 Val di Noto è stata dichiarata, dall’UNESCO, patrimonio dell’umanità poiché rappresenta una chiara testimonianza dell’arte e dell’architettura barocca. Ognuna di queste città porta con sé un inestimabile valore artistico e culturale che oggi mostra al mondo con vanto.




Noto


«
 Noto è una delle città d'Europa più splendidamente costruite: questa piccola remota località emerge nella memoria al pari di Würzburg oNymphenburg, come uno dei risultati più raffinati dell'età che produsse Mozart e Tiepolo »
(Douglas Sladen)





 Caltagirone

Caltagirone (la scalinata)
 Caltagirone è una delle splendide città appartenenti alla Val di Noto. Immersa nell’arte e nella bellezza la città è divisa in due da Via Roma che arriva fin ai piedi della scalinata di S. Maria del Monte. L’intera città è cosparsa di monumenti e ville da vistare quali: il teatrino, il carcere borbonico, il Museo Civico, la Villa comunale, Piazza Umberto I, Chiesa del Gesù e i quartieri di San Giorgio e San Giacomo.

 


 Militello in Val di Catania 



 Incantevole cittadina barocca nella provincia di Catania è Militello. La città deve la sua fortuna a Giovanna d’Austria che la trasformò in corte e vi passò moltissimi dei suoi giorni. La sovrana portò nella cittadina il gusto per il bello e per l’arte e le fece vivere un momento di massimo splendore. Palazzi in stile barocco riempiono la città, dal Monastero Benedettino, al museo di S. Nicolò, dalla Chiesa di S. Maria alla Catena, alla Chiesa di Maria SS. Della Stella, alla Chiesa Di S. Maria la Vetere. Tutti questi palazzi hanno il pregio di essere testimonianza dell’arte barocca e del suo splendore.

 Modica 


 
Modica è una delle città più pittoresche dell’intera Sicilia. In provincia di Ragusa si estende 
Modica la cattedrale
nella parte meridionale dei Monti Iblei ed è divisa in Modica Alta (con costruzioni che scavano la roccia) e Modica Bassa (giù nella Valle). Questo affascinante paese si presenta, agli occhi dei numerosi turisti, con palazzi, chiese, giardini, stradine e vicoli, casupole tutte immerse nello sfarzoso stile barocco. Da non perdere la Chiesa di San Giorgio, la Chiesa del Carmine, la Chiesa di S. Maria di Betlemme, la Chiesa di San Pietro, Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Palazzo De Leva, Cattedrale di San Giovanni e Palazzo Polara. La città ha subito, nel corso degli anni, numerose invasioni, ma è con l’arrivo degli aragonesi che comincia la sua storia di ricchezza e potere, “Regno nel Regno”. A Modica vide i suoi natali Salvatore Quasimodo (premio Nobel per la letteratura nel 1959).




 Palazzolo Acreide


 Palazzolo Acreide, nel cuore degli Iblei, nasce sulle rovine dell’antica Akrai. La vecchia città si estendeva sulla cima della collina, dalla quale si può ammirare l’antico teatro Greco
 Romano in pietra bianca. Gli edifici barocchi fanno da padroni, disposti lungo le vie principali.Palazzolo-Acreide-basilica-san-paolo

 Scicli

 Scicli, a pochi chilometri da Modica, è stata ricostruita, dopo il terremoto del 1693 secondo principi barocchi, fondati sulla ricerca di spazi e di effetti illusionistici. L’itinerario della città può iniziare dal centro, in Piazza Italia dove si può ammirare la Chiesa Madre della Città barocca patrimonio dell'unesco 34Madonna delle Milizie oltre tutti gli imponenti palazzi. Continuando, troviamo la Chiesa di San Bartolomeo, Palazzo Beneventano e il complesso monastico dei Carmelitani. Le origini della città sono antichissime e molto probabilmente la cittadina fu voluta dai Siculi. Le popolazioni, che di volta in volta, l’hanno dominata sono molteplici e hanno lasciato una serie di testimonianze e reperti

lunedì 15 aprile 2013

Chiaramonte Gulfi

Piazza Basilica Santa maria
Chiaramonte Gulfi (prov. RG) Conta 8100 Abitanti ed E ubicata Nella altera parte sud orientale della Sicilia. Le origini della comunità vanno ricercate in epoca arcaica - Intorno al VI Secolo. In epoca greca si ha La prima Attestazione del toponimo ACRILLE, col quale viene Indicata la Città di epoca ellenistica e romana. Della successiva denominazione, GULFI, Si ha notizia storica dal Periodo arabo e Fino alla sua distruzione violenta avvenuta Nel 1299, in una fase successiva alla Guerra del Vespro. la Ricostruzione si deve al Conte normanno Manfredi Chiaramonte, infeudato sul finire del Secolo XIII della Contea di Modica. La città trasse, così nome dal suo signore e fondatore. Nel 1881 aggiunse l'antica denominazione di Gulfi, per evitare omonimie. Dal Secolo XVI, la Città Uscita dalle mura medievali si adorna, dei primi edifici signorili, di Conventi e monasteri, di eleganti Chiese. Distrutta dal terribile sisma del 1693, risorge nello steso sito con un connotato architettonico ed urbanistico tardo barocco: Notevole la Chiesa Madre, col monumentale prospetto e l'interno della Chiesa di S. Giovanni Battista, Gli Edifici Borghesi e Patrizi del corso,i palazzi Cultrera Montesano.

martedì 9 aprile 2013

Borges, viaggio nella Sicilia del mito

Jorge Luis Borges con Maria Kodama

«Ricordo che Borges era molto contento di andare in Sicilia. Per lui era una sorta di viaggio iniziatico alla scoperta di Palermo, la città da cui si origina il nome del suo barrio natale, e dell' Isola di Omero e dei filosofi greci a lui tanti familiari, fin da bambino». Così Maria Kodama, vedova di Jorge Luis Borges, parla del loro viaggio a Palermo nel marzo del 1984 dove il grande scrittore argentino fu insignito della "Rosa d' oro", premio istituito dalla casa editrice palermitana Novecento. La signora Kodama è stata per lo scrittore e poeta argentino compagna di vitae di lavoro, collaboratrice preziosae intelligente;e anche la vista dei suoi occhi spenti.

lunedì 8 aprile 2013

Ettore Majorana


Ettore majorana un enigma nazionale

Ettore Majorana con il padre e le sorelle
 E' un personaggio ricco di fascino sia per il periodo storico in cui vive sia perché il mistero della sua scomparsa presuppone il suicidio o la fuga da uno spazio accademico non più condiviso. Majorana era uno dei "ragazzi di via Panisperna" ormai un mitologico gruppo di fisici italiani con a capo il premio nobel Enrico Fermi che nel 1942 costruì a Chicago la prima "pila atomica" ed in seguito, purtroppo, la "bomba A". Notizie biografiche Ettore Majorana scomparve misteriosamente e la sua morte fu un enigma nazionale tutt'oggi insoluto: morto suicida? Rapito da qualche Paese che già in quell'epoca conduceva studi atomici? Rifugiato presso un convento di padri Gesuiti? La madre non convincendosi della morte del figlio, aspettò sempre il suo ritorno.

La sua era una famiglia di illustri professionisti.

 Ettore era un genio della Fisica, precocissimo, eccentrico, ombroso, indolente: da lontano appariva smilzo, con un'andatura timida e quasi incerta;da vicino si notavano i capelli nerissimi, la carnagione scura, gli occhi neri, grandi e scintillanti. Molto severo nei giudizi, ancor prima con se stesso per poi esserlo con gli altri, le persone a lui vicine avevano finito col comprendere che tanta severità era la manifestazione di uno spirito insoddisfatto e tormentato. Sotto un apparente isolamento dal prossimo, non solo di fatto ma anche di sentimenti, si nascondeva una sensibilità vivissima che lo portava a stringere solo raramente rapporti di amicizia. Nato a Catania il 5 agosto del 1905 in via Etna 251, trasferitosi con la famiglia a Roma, studiò Ingegneria per quattro anni finchè l'amico Emilio Segré lo convinse a cambiare facoltà, facendogli notare come gli studi di Fisica fossero più consoni, di quelli di Ingegneria, alle sue aspirazioni scientifiche ed alle sue capacità speculative. Il cambio avvenne all'inizio del 1928 dopo un colloquio con Fermi, allora professore straordinario alla cattedra di Fisica teorica dell'Università di Roma e che voleva creare nella capitale una scuola di fisica moderna. Majorana si laureò in Fisica nel 1930. Conosciuto per il suo straordinario valore di scienziato e ricercatore teorico, nel 1931 rifiutò i prestigiosi inviti di trasferimento presso le università di Cambridge, di Yale e della Carnegie Foundation. Non è motivato nemmeno il rifiuto per partecipare, nonostante la segnalazione fatta da Fermi a Mussolini, al concorso nazionale, per professore universitario di Fisica, bandito nel 1936. Accettò invece la nomina, per meriti particolari, a titolare della cattedra di Fisica teorica dell'Università di Napoli. Trasferitosi in questa sede, alloggiò presso l'albergo "Bologna" dove continuò a coltivare i suoi interessi per la fisica. Si chiuse in casa e rifiutò persino la posta, scrivendo di suo pugno sulle buste: - Si respinge per morte del destinatario -. Agli amici più stretti confidò che all'Istituto di Roma, dove peraltro non tornò più, nessuno capiva nulla delle sue teorie (eppure c'erano Fermi e Corbino!). Riuscivano a comprenderlo solo quattro uomini al mondo: i tre premi "Nobel", cioè l'inglese Paul Dirac, il danese Niels Bohr ed il tedesco Werner Heisemberg e con essi l'americano Carl David Anderson. Majorana scrisse solo otto opere di non più di sei-sette pagine ciascuna, tra le quali "Teoria simmetrica dell'elettrone e del positrone", "Atomi orientati in campo magnetico variabile", "Sulla teoria dei nuclei". Allucinato dalla fatica diurna dell'insegnamento e notturna delle meditazioni scientifiche, si lasciò persuadere ad intraprendere, nel marzo 1938, un viaggio di riposo, Napoli-Palermo, su una nave della "Tirrenia". A Palermo alloggiò, per mezza giornata, all'albergo "Sole" e la sera fu di nuovo sul piroscafo dove fu visto sul ponte all'altezza di Capri, come affermano alcune testimonianze, ma a Napoli non arrivò mai. Dove scomparve e come? La supposizione di suicidio per annegamento fu scartata: sul piroscafo viaggiava un battaglione di reduci dall'Africa ed essendo il ponte stipato qualcuno si sarebbe accorto di un uomo che si gettava in mare. Quando in data stabilita non fu notato il suo rientro, fu lanciato l'allarme e nella sua camera al "Bologna" mancava solo il passaporto: era andato all'estero? In quell'epoca pochi scienziati si occupavano di studi atomici e nessun uomo di Stato poteva essere competente: chi poteva chiamarlo con tanta segretezza? Vane si rivelarono le ricerche in tutto il Paese compiute dalla polizia. Al prof. Antonio Carelli suo collega napoletano, era arrivato poco prima un telegramma di Ettore che diceva: - Annullo notizia che riceverai- . Evidentemente si riferiva ad una lettera giunta dopo il telegramma , nella quale si intravedeva, non chiaramente espresso, il proposito del suicidio. Eppure non soffriva di malattie gravi, solo una nevrosi gastrica ; non aveva relazioni sentimentali, non nutriva interesse per il denaro, non aveva avuto litigi con alcuno. La sua era semplice solitudine causata da incomprensioni di coloro che gli erano vicino. Ricostruzioni televisive e giornalistiche sono state tentate in più riprese e tutte, nell'affrontare il momento cruciale, hanno dovuto fermarsi sulla soglia aleatoria e sfumata delle ipotesi.

mercoledì 3 aprile 2013

Cultura e tradizioni siciliane


cassata Siciliana
Cosa si pensa quando si parla della Sicilia? Calore, allegria e sole. Queste sono le principali caratteristiche di quest’isola meravigliosa. Il calore degli abitanti molto ospitali e che suscitano il sorriso nei turisti perché con la loro spontaneità e la pronunciata gestualità, sanno farsi voler bene da tutti. L’allegria durante le feste locali nei vari comuni della Sicilia, che sono un’infinità, sono una delle maggiori attrattive per i viaggiatori e coloro che amano divertirsi. E il sole, il sole caldo anche d’inverno, le spiagge molto visitate d’estate, e il piacevole clima mite che permette di fare escursioni e gite anche d’inverno.

 I dialetti

 I dialetti parlati in Sicilia sono tantissimi e pieni di sfaccettature nei quartieri delle singole città. Tutti parlano il dialetto senza vergogna in quanto è una lingua a tutti gli effetti, con una storia e una grammatica propria. Sono diverse le matrici del dialetto siculo: indoeuropea e mediterranea (calancuni onda impetuosa di fiume); greca con la dominazione bizantina (tuppiare bussare alla porta); araba con la venuta dei Saraceni (mischinu poverino); franco-normanna con Ruggero I la sicilia tornò ad essere cristiana (quasetti calze); gallica, influenza lombarda (orbu cieco); iberica con la venuta degli spagnoli (sgarrari sbagliare).

 La cucina

 In cucina Come si può notare dalla situazione linguistica siamo un mix di tradizioni e culture. Le specialità siciliane che piacciono a tutti,grandi e piccini,sono:la cassata siciliana,simbolo della Sicilia insieme ai cannoli,gli arancini e la granita.
Carretto Siciliano

 I carretti siciliani

 Uno dei simboli della cultura siciliana è il variopinto carretto siciliano.
 I Carretti nel XVIII secolo venivano usati per scopi agricoli, oggi sono un’attrazione,e i turisti hanno la possibilità di farci un giro sopra. Costruiti artigianalmente, il legno veniva intagliato minuziosamente da maestri d’arte oppure dipinti. Le pareti esterne del carretto erano presenti delle narrazioni di eventi dei paladini di Carlo Magno o scene di vita quotidiana. L’interno invece era decorato con forme geometriche di vario colore con i toni del rosso, giallo e blu. Esiste un museo dedicato ai carretti, il “Museo del carretto siciliano” a Terrasini (PA). A mantenere viva la tradizione dei carretti sono i maestri d’arte che spesso per i turisti rivelano le loro tecniche.