sabato 24 novembre 2012

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  • Federico ll

Federico II, una nascita che fu per tutti un prodigio



Affidato appena possibile il piccino alla custodia della contessa di Spoleto, la madre si rimetteva in cammino alla volta di Palermo.


Ma già quella nascita aveva messo il mondo a rumore. 
Veniva dopo quasi nove anni di matrimonio infecondo, e per giunta da una donna quarantenne che oggi di­remmo matura e che per quei tempi era decisamente anziana, se non addirittura vecchia, ancor più come madre. Tanto che a tutti l'evento parve portentoso e come tale fu salutato da avversari e sostenitori dell'idea imperiale. 

Annuncio di sventura per gli uni, presagio di gloria per gli altri. 


E fra le profezie famose c'era quella della donna fecondata a sua insaputa dal demonio, che avrebbe dato alla luce chi sarebbe divenuto si dominatore del mondo, ma sarebbe stato inoltre Anticristo, fuoco incendiario e fiaccola d'Italia. 
Il motivo dell'Anticristo nato da una monaca messa incinta dal diavolo era del resto diffuso fra i guelfi: nel caso specifico l'avvalorava la falsa credenza, che pure Dante riprenderà e farà propria, d'una Costanza sottratta a forza al chiostro per le nozze aborrite. 





Né mancava l'altra campana. Quella di Goffredo di Viterbo che saluta nel neonato il Salvatore, il futuro padrone del mondo destinato a unire finalmente l'Occidente e l'Oriente, come profetizzato dalla Sibilla Tiburtina. 

  • Cosi, il fatto di per sé non comune del bimbo nato tardi e non più atteso, diviene subito argomento e pretesto degli auspici più controversi. Essi s'intrecciano attorno alla culla di chi avrà ricchezza di svariati appellativi: agnello fra i lupi e puer Apuliae, aquila e Cesare, stupor mundi e martello del mondo, per ricordare solo i più risaputi.

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