domenica 25 agosto 2013

I FLORIO

Donna Franca Florio 1903
Cap.IV  L'interesse per l'arte e la cultura

La famiglia Florio lasciò una impronta di sé anche nel mondo dell’arte. Essi avevano capito che la Sicilia possedeva da secoli una grande capacità artigianale e manuale e pensarono di farla rivivere. Naturalmente hanno avuto la fortuna di incontrare architetti come Damiani Almeyda e Ernesto Basile ed è con questo architetto che il legame si concretizza con realizzazioni architettoniche all’unisono con l’art nouveau europea (le più importanti sono il villino Basile, committenza di Vincenzo Florio, e Villa Igea). E' proprio nella villa Igea e nel villino Florio, che si realizza una formidabile convergenza fra architetti, maestranze, decoratori, pittori, scultori, che parla il linguaggio internazionale del modernismo. E poiché in quel periodo Palermo era ancora una città in cui ci si curava per il clima loro ospitarono la crema della buona società europea e anche famiglie regnanti come i reali d’Austria e di Russia e, naturalmente quelli d’Italia. Ignazio junior e la sua bellissima consorte Franca, figlia del barone di San Giuliano Pietro Jacona e di Costanza Notarbartolo vivono infatti da protagonisti il periodo della Bella Epoque.

 Donna Franca è il prototipo di donna che coniuga l’ideale estetico di eleganza con il gusto della famiglia. E’ un punto di riferimento nei salotti della mondanità mittleuropea. Si divide tra i salotti delle palazzine del periodo liberty palermitano, attirando su di sé, per il suo fascino e bellezza, gli apprezzamenti del Kaiser Gugliemo II, spesso ospite alla loro villa dell’Olivuzza, e di Vittorio Emanuele III.

 I Florio fondarono alcuni dei più importanti teatri lirici del mondo come il teatro Massimo e il teatro Politeama. Questi teatri ebbero il merito di convogliare nella città turisti colti che andavano alla ricerca delle novità liriche che a quei tempi, grazie ai Florio, si facevano a Palermo. La cosa interessante per Palermo in quegli anni è che si sviluppò un sistema dell’arte. I Florio contribuirono in maniera significativa a innestare e coadiuvare questo sistema. In città si svilupparono dei circoli di conversazione in cui l’intellighenzia, gli imprenditori, i borghesi e anche gli uomini dell’amministrazione che ne facevano parte cercavano di promuovere il dialogo fra arte e industria e arte e istituzioni pubbliche.
Manifesto dell'esposizione del 1908
L’Esposizione Nazionale del 1891 fu uno dei grandi motori dello sviluppo urbanistico della Palermo borghese, moderna. L’Esposizione ebbe altresì l’ambizione di qualificare definitivamente l’immagine imprenditoriale e moderna della Sicilia. I Florio erano molto attivi nella promozione, nella discussione, ma anche nel far circolare queste idee e nel farle entrare in maniera produttiva nel loro sistema. Florio nella Palermo di fine Ottocento, inizio Novecento erano di gran lunga il potentato economico più importante, erano un po’ i padroni della città perché erano i più ricchi, i più potenti per relazioni politiche e anche i più moderni”. Ignazio già negli anni Ottanta aveva già puntato molto su una banca e su un uomo politico. La banca era il Credito mobiliare italiano e il Banco Florio diventò la Filiale del Credito Mobiliare. L’uomo politico era Francesco Crispi che sicuramente si legò alla fortuna dei Florio negli anni Ottanta quando la Navigazione Generale poté utilizzare le convenzioni marittime e dunque le laute sovvenzioni dello Stato per espandere le linee di navigazione. I Florio avevano la grande capacità di rappresentare i loro interessi e li rappresentavano come gli interessi della Sicilia e con questo godevano anche di grande prestigio perché sostenevano che se loro andavano bene andava bene la Sicilia.

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