Rosa Donato |
La mattina del 12 gennaio 1848 la rivolta scoppiò ancora una volta a Palermo.
Come hai visto, venne formato un Comitato Siciliano di Liberazione., composto da Giuseppe La Masa, Rosolino Piloe Giacinto Carini.
Le truppe borboniche furono, in breve tempo, costrette ad abbandonare la città.
Alla notizia della sollevazione di Palermo insorsero anche Messina, Catania, Agrigento, Caltanissetta e Termini Imerese.
In quell'occasione Giuseppe La Masa fece sventolare, per la prima volta, il tricolore italiano. ..
Capo del governo provvisorio fu Ruggero Settimo.
La sconfitta a Novara dell'esercito piemontese di Carlo Alberto, che poneva fine alla guerra per l'Indipendenza d'Italia,
ebbe, però, gravi conseguenze anche per la Sicilia.
Infatti il Re, domate le rivolte nel Napoletano, potè inviare nell'isola un forte esercito comandato dal generale Filangeri.
In quell'occasione, tra i difensori di Messina, brillò il nome di una povera popolana' : Rosa Donato.
Rosa Donato gettò la miccia accesa nella cassa delle munizioni che scoppiò con grande fragore.
Ella era riuscita a trascinare un piccolo cannone presso una barricata dove ferveva furiosa la battaglia. La barricata, ad un certo punto, stava per cadere in mano nemica, ma Rosa non volle abbandonare il cannone. Rimase sola là con la miccia in mano. E allorché i Barboni furono a due passi da lei, gettò improvvisamente la miccia accesa nella cassa delle munizioni che scoppiò con orrendo fragore, facendo strage dei nemici. Rosa Donato, pur travolta dalle macerie, scampò per miracolo.
Purtroppo, le truppe borboniche, nonostante l'eroismo dei difensori, riuscirono nuovamente a riconquistare l'isola commettendo atti di crudele barbarie. E così mentre gli Austriaci ritornavano in Lombardia, la Sicilia vedeva i Borboni nuovamente padroni.
Seguirono dodici anni di cospirazioni e di insurrezioni, purtroppo senza esito. I Martiri di quel periodo furono: il barone Bentivegna, SalvatoreSpinuzza e il giovanissimo Niccolo Garzilli.
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