Certifico io infrascritto a chi spetta qual(…)re // il vino per quelli Infermi alli quali si concede si // deue temperare in maniera che le due parti // siano d`acqua et una sola di vino, essendo // q(ue)sto di bona qualità; essendo però di qualità // gagliarda et esquisita // deue essere di sorte che rice // (…)te// le tre et alla gagliardissima le quattro quantità siano d`acqua et una di vino separatamente, n(on) po- // tendosi la quantità dell`acqua determinata(men)te descrivere, se non dalla determinata q(ua)lità del // vino che presentialmente s`hauerà da ricono//scere, essendo etiam nella bontà di sua qualità // ogni vino variabile sono pe(rciò) esclusi p(er) l`ammalati, // li vini spunti, acidi, acerbi, muscidi seu // che han sapore di muffa; li Calabresi, moscatelli o di legnaggi, douendosi questi escludere per ordinario // no(n) però che no(n) si potessero alcuna delle volte concedere, et altera con la speciale Licenza del Medico assistente; e per esse(re) così il mio parere ho fatta la pr(ese)nte S(cri)tta di mia propria mano: hoggi in // Pal(ermo) Lì 20 8bre 1699
D.D. Georgio Gulioso Medico Fisico P. rio dell Hosp(eda)le Grande e Nouo di Pal(erm)o
L`archivio da cui è stata tratta questa prescrizione è quello della famiglia Gulioso che, provenendo da Amalfi nel sec. XIII, si stabilì a Palermo e successivamente fiorì nel territorio nebrode-madonita, tra Pettineo e Tusa, fino ad estinguersi negli ultimi anni del ventesimo secolo. Da mercanti e cambiatori che erano, i Gulioso, divennero proprietari terrieri, notai, medici, abati o badesse, doctores in quatroque, etc., imparentandosi con altre antiche famiglie siciliane e collocandosi tra quella piccola aristocrazia terriera colta e produttiva presso cui avrebbe allignato, nel sec. XIX, l`ideologia liberale.
Fin qui le poche notizie su questo medico siciliano del 1600, ma quale era il clima culturale in cui si era formato e operava? L`epoca era tra le più feconde per lo sviluppo delle scienze mediche, rimaste fino a quel momento legate all`ipse dixit ippocratico/galenico: erano quelli gli anni in cui iniziava l`avvento del metodo sperimentale in antagonismo alla scolastica che privilegiava il principio aristotelico.Tra la fine del `500 e il `600 avvenne la rivoluzione scientifica operata in gran parte da Galileo Galilei (1564-1642), primo a introdurre il calcolo matematico negli esperimenti scientifici.
All`inizio non vi furono grandi mutamenti né in patologia né in terapia, anche perché era difficile mettere ordine le innumerevoli dottrine mediche e scuole di pensiero dell`epoca: troppo distanti erano le posizioni dei seguaci della teoria umorale, di chi si affidava alle capacità autoguaritrici dell`organismo umano, degli interventisti, o di chi prediligeva i farmaci d`origine animale o vegetale.
Di sicuro il medico fisico don Giorgio Gulioso si formò nel solco della dottrina ippocratico/galenica, ma non sappiamo se e fino a qual punto, sia stato influenzato dalla nuova scienza che si andava facendo strada o se accostò mai l`occhio a un microscopio; probabilmente, per i suoi pazienti più facoltosi, prescrisse ancora la Theriaca: un antico polifarmaco compreso tra mito e realtà quotidiana, tra scienza e magia - che conteneva, oltre molti altri semplici, anche carne di vipera, oppio e vino falerno vecchio - rimedio sovrano per un`infinità di malattie, che venne utilizzato ininterrottamente per 18 secoli, fino all`inizio del sec. XIX, per risolvere ogni tipo di male, ridare vigore al corpo indebolito, nonché per preservare dalla lebbra e dalla peste.